LE OPERE DI SERGIO MAZZOLA IN MOSTRA PRESSO LA SEDE DELLA BANCA DI CIVIDALE
05/05/08
Dal 5 maggio al 5 giugno 2008, Sergio Mazzola esporrà le sue opere presso la sede centrale della Banca di Cividale.
Orario feriale 8.20-13.20
Dal 5 maggio al 5 giugno 2008, Sergio Mazzola esporrà le sue opere presso la sede centrale della Banca di Cividale. Orario feriale 8.20-13.20 14.35-15.35 Sergio Mazzola è un artista da leggere in controluce, in modo da intravedere la filigrana preziosa di una personalità che non ha bisogno di eccessi e intemperanze per essere 'moderna' e fuori dagli schemi. Il suo modo di fare arte non è mai pomposo, né retorico, ma sempre schietto, sincero, impregnato dalla sua voglia di vivere e di comprendere il senso della vita. Ecco perchè se i suoi gioielli sono famosi per l'originalità delle invenzioni stilistiche e per la raffinatezza dei chiaro-scuri che animano le superfici, ciò che li rende speciali è la multiformità espressiva, grazie alla quale non hanno necessariamente bisogno della decodificazione di un esperto per venir compresi. Basta soltanto osservare con occhi capaci di stupore, con uno sguardo non puntualmente allenato dalla conoscenza della storia dell'arte, poiché non è importante stabilire gerarchie, nemmeno temporali, ma tentare di capire quel sottile e misterioso legame che unisce l'uomo a un oggetto simbolico, destinato ad esprimere qualcosa di importante. In questa mostra Mazzola ci prende per mano e ci accompagna nel nostro approccio di comprensione nei confronti di una semantica, di un linguaggio, di un'arte antica che si rinnova attraverso l'interazione, la contaminazione, fra cultura, ricerca, sperimentazione, confronto. Come l'orafo longobardo ricercava la materia con cui costruire di volta in volta gli amuleti, i monili attraverso i quali raccontare la sua storia e manifestare il suo grado di civiltà, così Mazzola usa la solarità dell'oro, la magia dell'argento e delle pietre preziose, ma per dare forma alle sue favole si avvale anche di elementi poveri, non convenzionali, come le bucce di mandarino, le brattee del mais, i capelli, i denti del giudizio. I materiali diventano quindi gli attori di un racconto narrato fin nel più piccolo dettaglio dall'artista, che inventa allusioni, allegorie? e, affinchè il racconto non diventi un limite, la materia viene assecondata, rispettata nella sua intima essenza e non violentata. Nasce così un oggetto d'arte prezioso, capace di esprimere sentimenti ed emozioni. Fare gioielli non è per Mazzola un'abitudine o un esercizio estetico, ma è parte di una forma mentis che lo proietta in una dimensione particolare, dove il sogno, l'irreale, il magico, l'illusione non sono che momenti di una realtà in divenire che vuole condividere con gli altri. La sperimentazione fine a se stessa, l'arte per l'arte, sono concetti che non gli si addicono; le sue opere (siano piccoli gioielli o grandi sculture) sono il frutto maturo di un lavoro teso più alla comunicazione che alla mera realizzazione personale. Ed egli sa comunicare in modo intenso, ricco, dialogico, attraverso un'espressività che non è figlia del look del momento, ma autentico strumento dell'anima. Elisa Sinosich Fornasaro