Riforma banche popolari

23/01/15

La dichiarazione del presidente Graziano Tilattti

Dichiarazione del presidente della Banca Popolare di Cividale, dott. Graziano Tilatti   “L’abolizione del voto capitario e dei tetti di possesso azionario e del numero di deleghe per il voto assembleare fa venire meno i capisaldi che regolano le banche popolari aprendo così la strada a spregiudicate manovre finanziarie che rischiano di fagocitare  questi istituti. Le conseguenze sono di straordinaria gravità e per questo la vicenda dell’abrogazione dell’art.30 del testo unico in materia bancaria è diventato giustamente un caso politico. Per quanto la norma varata dal governo coinvolga solo le 10 principali Popolari italiane, appare inopportuno omologare le banche di territorio alle banche ‘capitalistiche’ senza che ciò comporti un grave danno per le comunità locali e alla stessa pluratità del sistema creditizio che è da ritenersi un punto di forza e non di debolezza del comparto. Le banche popolari hanno 150 anni di storia, quella di Cividale, l’unica del Friuli VG, ne compie 130 il prossimo anno. Rappresentano un patrimonio di valori, di sacrifici, di lavoro al servizio delle famiglie e delle pmi. La loro funzione anticiclica è emersa anche nel corso di questa grave crisi economica poiché il credito popolare rappresenta un modello di banca di territorio legata alle economie reali e lontano dalla ‘turbo-finanza’ che questa crisi l’ha provocata (ricordiamo il crack della Lehmann Brothers?). L’associazione nazionale delle Popolari era alle prese con un progetto di autoriforma della governace che doveva veder la luce il prossimo marzo. Questa mossa del Governo di abrogare l’art. 30 ci prende inspiegabilmente in contropiede. Non si può avere fretta quando si affrontano materie tanto delicate. Qual è il vero obiettivo politico del Governo? Le banche popolari sono un argine alla finanza speculativa che ha messo in crisi l’economia reale, perché quindi le si vuole sacrificare?”
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