La mostra dell\'artista Adriano Piu sarà visitabile presso la sede centrale della Banca di Cividale per tutto il mese di maggio 2011 con orario feriale 8.20-13.20 14.35-15.35. \"Adriano Piu: le cadenze della musica nei ritmi e nelle forme dell'arte\" (di Enzo Santese):Nell'opera di un artista di talento i momenti di sintesi più affascinante risiedono nelle ragioni del cuore e in quelle dell'intelletto, tradotte in espressioni capaci di far vibrare ora una corda ora l'altra, mantenendole entrambe attive nello sviluppo della ricerca. Per Adriano Piu la pittura e la scultura costituiscono da molto tempo gli ambiti in cui le competenze tecniche, l'amore per la musica e l'arte sono la linfa che alimenta la sua vena creativa. L'attuale mostra ne è una testimonianza probante: brani anatomici disseminati in uno spazio che pulsa di rilievi materici prodotti da sovrapposizioni, inserimenti, innesti e combustioni, dove si legge una geografia fantastica, capace di attrarre lo sguardo in una deriva verso le articolazioni del segno, l'emersione di parvenze figurali riprese in un momento metamorfico di passaggio da uno stadio evolutivo all'altro. La pittura è infatti scenario dinamico che assembla pochi elementi della realtà trasformandoli in simboli, fluttuanti dentro un ambito magmatico dove la preminenza concettuale della materia si afferma come nucleo generatore di eventi. D'altro canto la vocazione dell'artista ad adottare la fisicità piena (polvere di quarzo, corda, sabbia, polistirolo, catrame in fogli, collanti, resine, stoffe di recupero, polveri di ferro, sale da cucina) si precisa fin dagli esordi, ma poi gradatamente vira nei significati e nei metodi verso approcci concettuali rarefatti e simbolici. Adriano Piu si è ritagliato uno spazio fondato, di volta in volta, sul collage, sulla stesura corposa, sul rilievo, differenziato anche dai materiali usati, sull\'utilizzo di grafie che percorrono il piano dipinto. Nella più recente fase della sua ricerca (fatta di scatti in avanti e di arretramenti, utili a riflettere e progettare sviluppi a venire), coniuga due tensioni concomitanti: una delle sue passioni ?antiche? è la musica, specificamente il suono della batteria, per eccellenza lo strumento che ritma in maniera decisa qualsiasi composizione; e poi l'arte figurativa, intesa come una possibilità di comunicazione continua con se stesso e con il mondo circostante. C'è una connessione logica profonda tra l'assolo del batterista e il confronto che l'artista ha con la superficie o con lo spazio tridimensionale: con interventi a collage inquadra una complessità strutturale, incanalata in precisi alvei di scorrimento, dove l'effetto granulare e l'allusione alla porosità si sistemano in tacche contigue a zone, in cui il rilievo si increspa o si ammatassa in filamenti multipli, a indicare il meandro insondabile dell'anima, che produce una grande varietà di momenti umorali e di emozioni. Queste diventano cifra puramente materica dentro una composizione orchestrata per rimandare a molteplici situazioni significanti, dentro una gamma cromatica molto ridotta, dal bianco con le sue derivazioni avoriate al nero, trattato in un ventaglio di toni che sfumano al grigio; talora tacche monocromatiche di rosso e blu appaiono sommosse da una pulsazione di superficie, ottenuta con impasto di fisicità sabbiosa. L'immagine vive molto spesso sull'equilibrio tra le parti levigate da una pellicola piana (o con minimi trasalimenti) e le aree caratterizzate dal rilievo deciso, in cui l'artista ha riscaldato la materia e, prima della sua solidificazione, è andato in cerca della forma adatta a imbrigliare la luce e rimandarla con un gioco di pulsazioni che risultano una vera e propria scrittura nello spazio. Minime inserzioni geometriche dispongono lo sguardo a partire da quel punto per un percorso che è anche un'avventura interpretativa multipla, dentro il cumulo di sollecitazioni offerte dall'opera di Adriano Piu. Le tematiche sono quelle dell'incontro, del rapporto tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, l'incanto dell'esistenza, le problematiche dell'interiorità vissute dall'artista con un battito partecipativo caldo e appassionato anche se il privilegio accordato alla materia mette in rilievo solitamente l'idea del freddo. Infatti nelle sue sculture, in gran parte in alluminio e acciaio, è il rapporto dialettico con la luce che accalora l'intervento di queste creature che, a metà strada tra l'umano e il vegetale, stanno a fondere il concetto di natura e di artificio, l'idea della tecnologia che ingabbia le forme e le imita. Con la pittura e la scultura l'artista installa nello spazio (sia della parete che della tridimensione) il senso di un interesse primario per il ?fare?, che lo impegna sul versante dell'una e dell'altra disciplina; queste non vivono separate, appaiono bensì legate da un'osmosi continua di motivi, segni, forme che le accomuna in un'unica piattaforma espressiva. Sia quando lavora sul piano, avendo la tela parallela al pavimento, oppure nella creazione plastica, l'artista trasfonde tutto intero il suo mondo interiore, fatto di affetti privati e di slanci creativi, ancorati tuttora alla musica che ?risuona? adesso in molte sue opere come fossero steli, dove è impresso in codice il senso di un'appartenenza al mondo dell'arte nutrito di molteplici apporti. L'artista, mutuando dallo spartito musicale della batteria alcuni segni convenzionali che diventano tracce indicative di un percorso all'interno dell'opera (pittorica e scultorea), costruisce uno scenario esibito alla libera interpretazione del fruitore, con la possibilità non tanto remota di avvertire nell'aria il profumo di una rigenerazione, che si evolve su ritmi suggeriti dalle sinuosità della figura, modellata sull'opera a parete o nella verticalità tridimensionale.