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Proseguono le mostre presso la sede della Banca di Cividale. Fino al 18 maggio esporrà Luciano Beltramini, un lodevole operatore della ceramica.

Scritto da CiviBank | 08/05/07
Proseguono le mostre presso la sede della Banca di Cividale. Fino al 18 maggio esporrà Luciano Beltramini, un lodevole operatore della ceramica. Questa sua attività vive al confine tra l'artigianato e la piena espressione artistica. La caratteristica di questo lavoro è quella di coniugare estro, fantasia, pazienza, ricordo. Oggettistica piena di colore, la produzione di Beltramini risente di richiami antichi e friulani, quasi retaggi della civiltà contadina, che si caricano di valori antichissimi, quasi si trattasse di un'opera che in una certa misura è recupero di artigianato celtico o longobardo. Piatti, brocche, medaglie, richiamano soprattutto il senso di un'oggettistica di uso comune e quotidiano, queste piccole sculture sono la rappresentazione, della quotidianità, di una rivelazione di terra e di colore. Colpiscono alcune figure che per il loro essere primitive sembrano fuoriuscire da un museo o essere lacerati della terra come quella tazza grigia, macchiata di azzurro e verde, che sembra emergere dalla sintesi del tempo e quasi fragile, correre il rischio di sbriciolarsi al tatto. Vasi, contenitori, sono oggetti di arredamento in qualche caso raffinatissimi. La scelta cromatica rivela sempre una ricerca di accostamenti e mostra la semplificazione delle forme che fortemente sembra guidare la mano dell'artefice. Tra le tante opere che proclamano una fantasia fertile, le bottiglie, un indicatore che mi pare sottolineare persino una valenza simbolica in quanto il raccoglitore, la bottiglia appunto, si stringe nella parte superiore per poi allargarsi generosamente in una sorta di ventre protettivo e materno. (tratto da una critica di Vito Sutto)