Vendere online oggetti usati che non ti servono più è molto comodo ed è una scelta sostenibile per ridurre gli sprechi, ma c’è un’insidia a cui devi fare attenzione: le truffe allo sportello ATM (Bancomat) o al Postamat. Scopri cosa sono e come funzionano.
Ti è mai capitato di vendere vecchi oggetti che non ti servono più? Oggi sono molte le piattaforme online su cui mettere in vendita vestiti, mobili, accessori e tecnologia di ogni tipo: dai siti di annunci come Subito.it ai gruppi su facebook. Da una parte è un modo pratico per liberare l’armadio o la cantina e guadagnarci anche qualcosa, dall’altra sono sempre di più le persone che preferiscono evitare di buttare via oggetti che magari finirebbero in discarica: rimetterli in circolo è una scelta sostenibile che fa bene al pianeta.
Se anche tu hai fatto questa scelta, o se ci stai pensando, devi però fare attenzione: dato che si tratta di scambi tra persone, non venditori, i metodi di pagamento usati potrebbero esporti a tentativi di truffa. Il pagamento in questi scambi è a tutti gli effetti un accordo tra privati - spesso non c’è una piattaforma che lo gestisce e che ne garantisca la sicurezza - e questo può esporti a raggiri.
Uno di questi è appunto la “truffa al Bancomat”, in cui un truffatore raggira la vittima con la promessa di un pagamento attraverso una ricarica allo sportello ATM (in realtà la stessa truffa accade, con le stesse modalità, anche allo sportello analogo delle Poste, il Postamat). La truffa accade in tutta Italia, al punto che anche il sito della Polizia di Stato ha segnalato questi episodi. Vediamo in cosa consiste nel dettaglio.
Il raggiro inizia con una telefonata: la vittima è qualcuno che ha messo in vendita online un oggetto attraverso un annuncio, e il truffatore si finge un acquirente interessato. Di solito viene promesso un pagamento immediato, oppure il malintenzionato finge di avere qualche motivo per cui l’oggetto gli serve con urgenza. Mettere fretta alla vittima è una tattica tipica dei truffatori, che ritroviamo anche nei tentativi di phishing: in questo modo si cerca di indurre a prendere decisioni affrettate.
Una volta convinta la vittima a vendere l’oggetto, scatta la truffa: la persona al telefono la convince a recarsi allo sportello ATM o a un Postamat per il pagamento. Ma come? Dai casi segnalati sulla stampa e dalla polizia postale le scuse sembrano varie:
Soprattutto per le prime due “scuse”, è facile che la vittima non si insospettisca - del resto, le viene solo chiesto di verificare di aver ricevuto un pagamento a uno sportello. Di conseguenza in molti si recano all’ATM o al Postamat.
A questo punto il truffatore, sempre al telefono e dando indicazioni passo passo alla vittima, fa scattare la parte finale della truffa: convincere la vittima a selezionare l’opzione “effettua ricarica” o “ricarica” e a inserire una cifra (il costo pattuito dell’oggetto in vendita) e un numero, sostenendo che si tratti di un numero d’ordine. Questo in realtà è il numero di una carta ricaricabile del truffatore, su cui la vittima sta eseguendo una ricarica. Alcuni truffatori, non contenti, chiedono alle vittime di ripetere l’operazione più volte, sostenendo che ci sia stato qualche errore nell’operazione, facendosi così accreditare più volte la cifra.
Per difendersi da questo tipo di truffa è fondamentale conoscere bene come funziona la vendita dell’usato online e come funziona uno sportello ATM. Tieni bene a mente queste indicazioni:
Hai dubbi su quali operazioni puoi fare allo sportello ATM? Trovi una lista completa di tutte le operazioni possibili nelle schede delle filiali CiviBank.
I metodi più sicuri sono il bonifico e il pagamento attraverso Paypal e Satispay, poiché sono completamente tracciabili e non richiedono la comunicazione di dati sensibili all’acquirente. Una ricarica su prepagata (per esempio una Postepay) richiede invece il comunicare il proprio nome e cognome e il numero della carta; inoltre, con la ricarica non viene registrato il nome di chi fa il pagamento.
Esistono app e siti che mettono a disposizione un sistema "interno" e sicuro per i pagamenti con carta di credito e debito: in questi casi, se un acquirente chiede di poter usare metodi alternativi, è molto meglio diffidare.
Se pensi di essere una vittima della truffa della ricarica all’ATM, la prima cosa da fare è contattare la tua filiale per verificare cosa sia successo. Fatta questa verifica, nel caso si sia effettivamente verificata una truffa, l’accaduto va denunciato alla polizia. È anche importante denunciare il truffatore al sito o al gruppo facebook dove è avvenuto il primo contatto.