Il 1° maggio all'insegna degli operai trucidati dai nazisti

30/04/15

Cerimonia alle 10.30 davanti alla sede della Popolare di Cividale

Cerimonia alle 10.30 davanti alla sede della Popolare di Cividale Ricollocata la lapide dedicata ai due lavoratori dell’Italcementi   CIVIDALE - All’inizio degli anni ’60 gli operai dello stabilimento della Italcementi, con l’interessamento della locale sezione dell’A.N.P.I., collocarono all’interno della sala mensa una lapide a ricordo dei due operai cementieri, Emilio Cicuttini e Attilio Movia, uccisi dai tedeschi nel corso dell’occupazione nazifascista. Si tratta senza ombra di dubbio dell’unico esempio esistente a Cividale di lapide commemorativa di operai caduti nella Resistenza collocata direttamente sul luogo di lavoro, probabilmente una delle poche presenti sul territorio regionale. Basta scorrere il testo della lapide per rendersi conto della sua particolarità. Quella lapide venne recuperata e donata all’Anpi dalla Banca Popolare di Cividale a seguito del poderoso intervento di ripristino dell’area ex-Italcementi dove ora sorge la sede direzionale dell’istituto creditizio e il centro commerciale ‘Borc di Cividat’. Il 1° maggio, alle 10.30, a cura dell’amministrazione comunale verrà ricollocata la storica lapide ‘incastonata’ in un monumento opera dell’arch. Giovanni Vragnaz interamente finanziato dalla stessa Popolare per ricordare quei lavoratori caduti per la libertà. Interverranno alla cerimonia di scopertura del manufatto il sindaco Stefano Balloch, il presidente della sezione Anpi di Cividale Elio Nadalutti e il consigliere di amministrazione della Banca popolare di Cividale Renzo Marinig. Non si tratta solo di un ricordo dell’atrocità nazista, ma anche di una testimonianza dello sviluppo industriale del Cividalese legato proprio alla produzione del cemento. Agli inizi del XX secolo si sviluppò a Cividale del Friuli, infatti, l’industria del cemento. Un primo cementificio di proprietà della Italiana Cementi, la futura Italcementi, era operativo già nel 1909 mentre un secondo, di proprietà della Società Cementi del Friuli, iniziò la propria produzione nel 1925. I due stabilimenti, riforniti dalle cave di Tarcetta, Gnivizza e Vernasso, alcuni decenni dopo divennero entrambi proprietà di Italcementi. Con l’avvio dell’industria del cemento si modifica in maniera sostanziale la struttura sociale ed economica del territorio cividalese dapprima incentrata in gran parte sul settore agricolo. Trovano così maggior sviluppo anche le attività di commercio e di servizi, la ferrovia e l’autotrasporto. Bisogna ricordare che le attività industriali che caratterizzarono il territorio nel secolo precedente, quelle legate all’allevamento del baco da seta e della relativa tessitura, favorirono a Cividale il sorgere di un essiccatoio e dell’opificio tessile dei Foramitti occupando in gran parte manodopera femminile. L’industria del cemento trovò il suo apice di sviluppo negli anni ’50 del ‘900 quando gli stabilimenti e le cave arrivarono ad occupere oltre 500 dipendenti senza considerare le altre attività dell’indotto.

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